Il “Rosso di sera” è un'osteria/trattoria, in pieno centro di Valdobbiadene, a trecento metri dalla piazza, sulla strada principale che porta all'Abbazia di Follina, in un vecchio edificio esternamente poco curato.
L'interno è molto rustico, tavoloni in legno, bancone bar all'ingresso, qualche quadro alle pareti color vinaccia. I bagni sono un po' vecchiotti, ma abbastanza puliti. Sala rettangolare con un trenta quaranta posti.
Da bere, alla giovane cameriera, mia moglie ordina una minerale gasata grande, autoimponendosi uno stop al vino, mentre io non resisto dall'ordinare un quartino di prosecchino sfuso alla spina... ero giusto in crisi di astinenza (da venti minuti ) ... se non ce l'hanno buono qua...
Il posto l'avevo individuato su un altro sito di recensioni culinarie... come “una trattoria che serve ottimi vini”... “da accompagnare a deliziosi e originali insaccati”...
Ottima l'acqua minerale ( ). Il mio quartino purtroppo è un po' troppo fermino, sbiaditino... le bollicine le ha perse da tempo e anche il profumo... mi viene quasi da piangere... soffro...
Optiamo per un piatto unico, in modo da non appesantirci per il duro lavoro che ci attende al pomeriggio .
La Marta prende un piatto di crudo con i fichi “dell'orto” (così c'era scritto sul menu), accompagnato da un porzione abbondante di catalogna lessata e saltata in tegame.
Io invece ordino un manzo stufato al prosecco, con patate lesse, assieme ad una porzione di erbe cotte, che si riveleranno essere sempre la stessa catalogna.
Ci sono quattro tavoli occupati, compreso il nostro, e gli altri tre sono già a metà pranzo quando noi arriviamo.
Lo stufato dovrebbe essere già fatto da tempo, le erbe cotte pure e le patate anche, il crudo è da tagliare e i fighi bisogna solo tirarli sò da l'àlbaro ne l'orto...
Tuttavia passano trenta minuti prima che arrivino i piatti, senza nessun stuzzichino portato nell'attesa. Fa niente... c'è più tempo che vita, e quando si è in ferie...
Ci siamo divisi i piatti. Il mio stufato di manzo era molto gradevole, un pezzettone unico, grosso e tenero, di buon gusto. Le patate lesse, un po' durette e stoppose, di solito io le faccio meglio... ehm... La catalogna buona, non amara, saltata bene nell'olio e nell'aglio. Il crudo buono di gusto, è vero che non è un insaccato... ma qua e là era un po' secco, porzione non abbondante. I fighi... mejo quei del me orto... comunque erano abbastanza mangiabili anche questi.
Presentazione dei piatti, non curata. Cucina, un po' disorganizzata. Servizio buono, ho la sensazione che i ritardi non dipendessero dalla cameriera, in cucina si sentiva discutere ad alta voce, forse una giornata un po' così...
Il conto è di 27 euro in due, il giusto.
Sarebbe un due virgola trentatrè periodico , che non riesco ad arrotondare a tre.
Consigliarlo?... mmmmhhh... farei un po' di violenza a me stesso... non me la sento proprio...
Comunque, esco con la strana voglia di bere vino buono e questa è già una predisposizione positiva, se poi si va ancora a visitar cantine!
Buono
[Pagnota]
28/08/2010